Coltura batterica su piastra Petri

 

Qui sotto un video di Zanichelli che spiega il nostro lavoro. Grazie!

Batteri alla Mano!

Stamattina abbiamo preparato delle colture batteriche in due maniere:

  • utilizzando una piastra Petri precedentemente preparata con terreno di coltura per batteri (LB)  e divisa in quattro settori da Martina, tirocinante TFA; ognuno di noi ha toccato il terreno di coltura delle diverse zone della propria piastra con:
    • un dito  sporco
    • lo stesso dito pulito con gel disinfettante
    • un cottonfioc pulito
    • il cottonfioc strofinato su un oggetto a piacere
  • con tre capsule Petri contenenti:
    • LB + ampicillina
    • LB + kanamicina
    • solo LB (come le piastre usate per il primo esperimento);

in questo caso ciascuna piastra era stata divisa in quattro settori, che sono stati “strisciati” con cottonfioc strofinati su: tastiera del computer, zaino, soldi, scarpa; la parte centrale è stata invece toccata con cottonfioc pulito e rappresenta il nostro “controllo negativo”.

e dopo 100 ore a temperatura ambiente… ecco il RISULTATO!


Si vede che nei vari posti perlustrati con il cotton fioc risiedono microrganismi che,  opportunamente nutrite delle capsule Petri, hanno formato colonie di aspetto molto vario: sono gialle, biancastre, arancioni, rosse, grigie; lucide o no; piccole o meno; alcune sono evidentemente delle muffe, altre saranno batteri o altro.

Si vede inoltre che anche le dita presentano microrganismi  di varia natura e che il gel disinfettante  utilizzato in questo caso per la pulizia delle mani effettivamente riduce la loro presenza

In questa seconda serie si vede che le coloniette giallo chiaro sono scomparse nelle piastre Petri con antibiotico, le altre colonie no: solo quelli sono batteri o per lo meno batteri sensibili a quegli antibiotici. Le altre colonie testimoniano  la presenza di microrganismi resistenti all’azione di quegli antibiotici.

Abbiamo quindi riflettuto sulla importanza della pelle come prima difesa contro eventuali agenti patogeni.


pagina scritta assieme a Martina Frizzarin, tirocinante TFA

 

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